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giovedì 8 febbraio 2018

Recensione "Bunker Diary" di Kevin Brooks

Titolo: Bunker Diary
Autore: Kevin Brooks
Editore: Piemme
Pagine: 277
Anno: 2017


Trama


Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire. Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere. "Bunker Diary" è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un'escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati "dall'uomo di sopra"...

Recensione


Fin dalla prima volta che ne ho sentito parlare, "Bunker Diary" mi ha ispirato parecchio e avevo assolutamente intenzione di acquistarlo prima o poi...ma qualcuno mi ha anticipato e me lo ha regalato per Natale :D

Alcune persone mi avevano detto che erano rimaste deluse dal finale e avevo paura che questo avrebbe rovinato le mie aspettative, ma non è stato affatto così...

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Linus è un ragazzo di 16 anni che ha deciso di andarsene di casa e di vivere per strada. Una domenica mattina mentre gira per la stazione di Liverpool Street vede alla fermata dei taxi un uomo, che sembra esser cieco, che non riesce a spostare una valigia su un furgone. Linus decide di aiutarlo ed è troppo tardi quando si accorge di esser stato fregato. Il ragazzo si ritrova così su una sedia a rotelle all'interno di un ascensore dal quale riesce a vedere un corridoio bianco. Solo il mattino dopo si renderà conto di essere finito sottoterra in un posto senza finestre e porte dove ci sono una cucina, un bagno e sei stanze.

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Si tratta ovviamente di un thriller psicologico.

Tutta la vicenda si svolge all'interno di questo bunker dove, si capisce fin da subito, verranno rinchiuse ben sei persone. 
Sei persone che non si conoscono tra loro, di diverse età e status sociali, che reagiranno in modo diverso a questa sorta di rapimento.

Il "rapitore", di cui nessuno ha visto bene il viso, si diverte a giocare con la vita di questi esseri umani che non hanno nessuna colpa e che sono stati semplicemente scelti dalla mente di uno squilibrato. Vengono continuamente spiati e se provano a ribellarsi in qualche modo vengono puniti. 

Anni fa alcuni Autori, come Pavolv e Skinner, facevano esperimenti con gli animali per dimostrare teorie dell'apprendimento. In questo romanzo il rapitore segue lo stesso procedimento, solo che stavolta si tratta di esseri umani e i metodi utilizzati sono alquanto crudeli.
 Lui comanda tutto e con le sue risposte positive o negative cercherà di far comprendere ai prigionieri cosa è giusto fare e cosa è assolutamente sbagliato. Di conseguenza saranno puniti o gratificati.  


Il tutto è scritto sotto forma di diario, come si può intuire anche dal titolo. 
E' Linus che ci racconta cosa avviene in questo bunker, cosa succede a lui e alle altre vittime. 
Si nota subito il senso claustrofobico del racconto, ma, per quanto mi riguarda, da ciò che avevo sentito, mi aspettavo qualcosa di ancora più forte (non mi sconvolgo tanto facilmente xD).
 Solo verso la fine ho sentito anch'io un senso di angoscia profondo misto ad ansia che mi ha fatto amare questo libro ancora di più.

Perchè sì, è un bellissimo libro in cui ti immergi totalmente e ti inizi a chiedere 
"cosa farei io al loro posto?"

E per quanto riguarda il finale...
Non mi aspettavo finisse così, direi che mi ha spiazzato, forse avrei voluto sapere qualcosa in più sul rapitore, sulla psicologia della sua mente, ma devo dire che non sono rimasta delusa.
E' stato un finale inaspettato, diverso dal solito e perfetto.



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