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martedì 8 marzo 2022

Recensione "Uomini e Topi" di John Steinbeck

 "Uomini e Topi"

di

John Steinbeck

Uomini e Topi
Titolo: Uomini e Topi

Autore: John Steinbeck

Editore: Bompiani

Pagine: 119

Anno: 2009



Uomini e Topi” è una tra le opere più conosciute e amate dello scrittore statunitense John Steinbeck.  L’autore, tipico e forte narratore americano, sta a rappresentare proprio un certo tipo di società, quella degli ultimi, dei più deboli, degli innocenti, delle persone più umili, che riporta pienamente all’interno delle sue storie.


...C'è un sentiero in mezzo ai salici e fra i sicomori, un sentiero battuto e ribattuto da tutti i ragazzi, che scendono dai ranches a bagnarsi nella pozza profonda, e dai vagabondi che si calano straccamente dallo stradale nella sera ad accamparsi accanto all'acqua. Di fronte al braccio orizzontale di un sicomoro gigantesco c'è un mucchio di cenere, residuo di molti fuochi, e il braccio è levigato e consunto, tanti uomini si sono seduti là sopra...


I protagonisti di questo breve romanzo sono due amici che cercano di guadagnarsi da vivere girando di fattoria in fattoria, lavorando come braccianti. George Milton è un uomo piccolo, ma molto furbo e intelligente che si prende cura di Lennie Small, un gigante buono con una forza smisurata, ma affetto da ritardo mentale. Lennie da solo non riuscirebbe a sopravvivere e finirebbe sempre col cacciarsi nei guai mentre George riesce a gestirlo e a rassicurarlo anche se spesso le cose per lui diventano estenuanti. George però sa che un uomo da solo potrebbe impazzire mentre loro due si fanno compagnia, si aiutano a vicenda e soprattutto sognano, sperando un giorno di riuscire a realizzare il loro desiderio.

Steinbeck in questo racconto ci vuole presentare due personaggi per certi aspetti antitetici che si completano a vicenda, due uomini che con le loro semplici parole, con la loro naturale esistenza e i loro ingenui discorsi ci fanno emozionare, ci entrano nel cuore e ci portano a conoscere un mondo fatto di ingiustizie e prepotenze dove i più deboli sono destinati a soccombere.


...La voce di George si fece più cupa. Ripeteva le parole, cadenzate, come le avesse pronunciate tante volte. "Gente come noi, che lavora nei ranches, è la gente più abbandonata del mondo. Non hanno famiglia. Non sono di nessun paese. Arrivano nel ranch e raccolgono una paga, poi vanno in città e gettano via la paga, e l'indomani sono già in cammino alla ricerca di lavoro e d'un altro ranch. Non hanno niente da pensare per l'indomani." 

Lennie era felice. "E' così, è così. E adesso dimmi com'è per noi."
George riprese. "Per noi è diverso. Noi abbiamo un avvenire. Noi abbiamo qualcuno a cui parlare, a cui importa qualcosa di noi. Non ci tocca di sederci all'osteria e gettar via i nostri soldi, solamente perchè non c'è un altro posto dove andare. Ma se quegli altri li mettono in prigione, possono crepare perchè a nessuno gliene importa. Noi invece è diverso." 

Lennie interruppe. "Noi invece è diverso! E perchè? Perchè... perchè ci sei tu che pensi a me e ci sono io che penso a te, ecco perchè."


Fin da subito non si riesce a non amare il personaggio di Lennie. Un bambino cresciuto, un piccolo grande uomo il cui unico desiderio è quello di vivere in tranquillità con i suoi conigli e con il suo George, un grande amico che fino alla fine cercherà in tutti i modi di proteggerlo. Due persone umili che guardano al futuro con tanta speranza, che hanno tanta forza di volontà e non vogliono arrendersi, ma che si ritrovano a vivere in un mondo privo di valori travolti da uno spietato destino.