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venerdì 1 giugno 2018

Recensione "Specchio d'acqua" di Carola Helios



Titolo: Specchio d'acqua
Autore: Carola Helios
Editore: Caravaggio Editore
Pagine: 133
Anno: 2017











A tutti i pionieri e alle loro famiglie
che con forza e coraggio
hanno reso l'Agro pontino
fertile e abitabile

Questa è l'epigrafe che introduce "Specchio d'acqua", una storia che nasce dal fiume di ricordi di Disola, la nipotina di Nonno Mario che adesso con la sua divisa da soldato vigila sul vecchio podere da una fotografia.

La narrazione parte dal 1927 con il regime di Mussolini, quando i Consorzi di Bonifica dell'Opera Nazionale Combattenti iniziano il prosciugamento delle paludi pontine per iniziare un vasto piano di colonizzazione. Ed è qui che si trasferisce la famiglia Bengasi, composta da Mario, dalla moglie Angela e da cinque figli, due maschi e tre femmine. Con il tempo la famiglia si allarga, ma, a causa della guerra, Nonno Mario resta solo a prendersi cura del terreno. Il suo unico obiettivo, tuttavia, è quello di portare avanti il podere per far trovare ai figli tutto il necessario per proseguire il lavoro nei campi al loro ritorno. 


Nonno Mario è il capostipite, un punto di riferimento per tutti, anche per la sua nipotina Disola e tutto precipita proprio quando nonno Mario muore. Tra dissidi e invidie che usciranno fuori, l'Autrice racconta la storia di una famiglia che Disola ha vissuto e osservato con curiosità durante gli anni seguendo i cambiamenti di quelle persone che le erano tanto vicine.


Carmela nutre da sempre sentimenti di grande religiosità e si sente in dovere 
di soccorrere chi ha bisogno, soprattutto se a chiederglielo è la sorella.
I dieci comandamenti sono il suo credo e li osserva con scrupolo.
Le massime dettate dal cristianesimo - non fare ad altri ciò che non vorresti sia fatto a te, dai da bere agli assetati e da mangiare agli affamati - sono sempre state il suo forte, e insieme la sua grande debolezza. E' una donna molto conformista, forse un pò ingenua nel suo seguire con naturalezza le futili regole che la società dei tempi impone: in questo è diverso da Disola, la quale, pur non disdegnando i principi caritatevoli che la madre continua a trasmetterle, vuole essere soprattutto libera di esprimere se stessa, rifiutando l'inutilità dei comportamenti più usuali.


Carola Helios con uno stile leggero e delicato è riuscita a inquadrare perfettamente la situazione dell'epoca di molte famiglie, le condizioni di miseria in cui vivevano, l'analfabetismo così come la solidarietà che nasceva spontaneamente tra le famiglie vicine e la speranza che albergava nei cuori delle persone, focalizzando l'attenzione su una di queste famiglie patriarcali e sul suo evolversi nel tempo che porterà all'affermazione dell'egoismo e dell'avidità.




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