Titolo: Blake. Il divenire degli dei
Autore: Simone Alessi
Editore: Vertigo
Pagine: 358
Anno: 2018
Come faceva un'amante del fantasy e del dark come me a non essere attirata da Blake? :D
Avevo paura, come sempre quando devo leggere un fantasy di un autore italiano, tuttavia si tratta di un'opera davvero particolare che io ho amato dall'inizio alla fine. In qualche punto il libro scorre un pò a rilento e bisogna stare molto attenti ai nomi presenti e allo svolgersi degli eventi per questo non l'ho divorato, per così dire, ma è stata una lettura attenta e molto piacevole.
Ci troviamo a Vrbi Road, un'antica cittadella circondata da cascate, boschi e quattro enormi montagne. Un paese obsoleto così come i suoi abitanti perchè, al contrario del resto del mondo che si è evoluto abbracciando ogni forma di tecnologia, qui sono tutti predisposti al lavoro manuale, all'arte che viene considerata poco utile dal resto della società. Ed è proprio qui che vive Blake, il nostro protagonista, un ragazzo apparentemente comune che ha il dono innato dell'arte e che alla scomparsa dei suoi genitori è andato ad abitare in solitudine in un'antica cattedrale abbandonata alle porte della città. Ma Blake non è proprio chi pensa di essere, fa sogni strani, quasi reali e riporta tutto ciò che è racchiuso nella sua anima sui suoi bellissimi dipinti. Tutto cambia o, meglio, inizia la sera in cui insieme ai suoi unici due amici decide di andare alla festa di Munrim City dove incontra Luce, un ragazzo bellissimo che sembra uscito da uno dei famosi dipinti antichi custoditi a Vrbi Road e, soprattutto, che lo attira tantissimo.
Ci troviamo a Vrbi Road, un'antica cittadella circondata da cascate, boschi e quattro enormi montagne. Un paese obsoleto così come i suoi abitanti perchè, al contrario del resto del mondo che si è evoluto abbracciando ogni forma di tecnologia, qui sono tutti predisposti al lavoro manuale, all'arte che viene considerata poco utile dal resto della società. Ed è proprio qui che vive Blake, il nostro protagonista, un ragazzo apparentemente comune che ha il dono innato dell'arte e che alla scomparsa dei suoi genitori è andato ad abitare in solitudine in un'antica cattedrale abbandonata alle porte della città. Ma Blake non è proprio chi pensa di essere, fa sogni strani, quasi reali e riporta tutto ciò che è racchiuso nella sua anima sui suoi bellissimi dipinti. Tutto cambia o, meglio, inizia la sera in cui insieme ai suoi unici due amici decide di andare alla festa di Munrim City dove incontra Luce, un ragazzo bellissimo che sembra uscito da uno dei famosi dipinti antichi custoditi a Vrbi Road e, soprattutto, che lo attira tantissimo.
"Perchè mi stai seguendo? Non credi sia maleducazione seguirmi senza presentarti?"
Sentiva una energia nuova scorrergli nelle vene, una forza antica che lo ridestava da un lungo sonno, ma in lui c'erano imbarazzo e paura, cosa che assai di rado provava.
"Ciao Blake, io sono Luce, sicuramente tu non ti ricorderai di me, ma io mi ricordo di te" - guardandolo fisso negli occhi. -
Gli occhi di Luce nella loro bellezza inumana sembravano potessero leggere nell'anima.
"Io non credo di conoscerti, comunque è un piacere fare la tua conoscenza".
"Piacere?" - un sorriso si illuminò nel viso di Luce, un sorriso gelido come il ghiaccio.
Il ricordo nei ricordi. Non aveva mai visto quelle due sfere di luce.
Non aveva mai visto quel ragazzo, nè aveva mai udito quella voce sicura e gelida, ma qualcosa in lui la trovava familiare.
Blake conoscerà presto nuovi "amici" e nuovi "nemici", anche se non è subito chiaro chi siano gli uni e chi gli altri, ma scoprirà soprattutto qual è la sua reale identità. Sarà dura conviverci e sarà duro il compito che si troverà ad affrontare.
"..Dio ci ha voluti infelici o noi non siamo capaci di essere felici dettandoci false regole? Io credo che ogni essere umano debba sentirsi felice ma non per quello che il mondo proclama che sia la vera felicità: amore, soldi, salute, bellezza. Fare ciò che ci realizza e vivere conoscendo posti e culture nuove dove i dogmi cambiano quanto le maree dell'oceano. Ogni cosa ha la sua naturale fine, ma perchè quando sogniamo la fine è solo il nostro risveglio?"
La cosa più affascinante di questa storia fantasy è sicuramente l'unione di diversi elementi: il mito, la religione, l'arte, il progresso tecnologico, sono tutti aspetti che la caratterizzano rendendola originale e accattivante.
Inoltre, ho trovato al suo interno grandi insegnamenti che ho davvero apprezzato, come l'invito ad amare se stessi senza vergognarsi di ciò che si è e la naturalezza di un amore tra uomini/donne dello stesso sesso: "che differenza fa amare un uomo o una donna? Sono gli uomini che hanno creato questo preconcetto".
Non vi ho ancora detto che si tratta del primo volume di una saga ed io ora sono curiosissima di leggerne il seguito :D
Già previsto tra le letture estive, non vedo l'ora di iniziarlo! ;)
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