Buongiorno lettori!
Oggi vi segnalo un romanzo sci-fi, primo della collana di libri
in collaborazione tra PubMeGold e Il Piacere di Scrivere
"L'ombra di Lyamnay"
di Annarita Faggioni
Titolo: L'Ombra di Lyamnay
Autore: Annarita Faggioni
Genere: Fantascienza - Distopico
Casa Editrice: PubMeGold
Collana: Il Piacere di Scrivere
Pagine: 216
Codice ISBN: 978-8871635286
Autore: Annarita Faggioni
Genere: Fantascienza - Distopico
Casa Editrice: PubMeGold
Collana: Il Piacere di Scrivere
Pagine: 216
Codice ISBN: 978-8871635286
Trama
In una città unico baluardo della razza umana,
avvengono fin troppe cose strane, spacciate per normali. In questo romanzo di fantascienza nulla è da dare per scontato. Chi si nasconde dietro la figura alata che gira nel buio della città? Quali sono gli intrighi che nasconde la Torre che tutto muove?
Compito del protagonista, che pensa già di sapere tutto, è sbrogliare la matassa, e, perché no, cercare di tornare a casa nel più breve tempo possibile, prima che qualcuno tenti di ucciderlo.
Estratto
Un sistema cruento ed efficace determinava l'esistenza
a Skylhope. Ogni dettaglio era studiato per concentrare l'attenzione sul bisogno e sull'immediato. Ogni minaccia al sistema portava all'uscita dal perimetro e alla conseguente morte per le scariche elettriche improvvise. Il sistema garantiva l'esistenza e quel modo di vivere rendeva efficace quella struttura come semplice dato di fatto: una realtà da seguire, senza crearsi troppi problemi. Benché gran parte della documentazione di Skylhope fosse digitalizzata, una voce meccanica la raccontava, leggendola: si ripetevano così fedelmente le parole, in modo che chi ne fruisse non avesse la necessità di ipotizzare una voce interiore. D'altra parte, oltre a poche scritture private, Skylhope non aveva bisogno di altro.
Il sistema nasceva dalla totale insensibilità degli abitanti e attorno a tale peculiarità si sviluppava. Un complesso meccanismo a metà tra l'educazione e l'adattamento consentiva questo risultato, a scapito della sensibilità al tatto e della capacità di leggere nel pensiero (quest'ultima definitivamente scomparsa). Un effetto collaterale era, però, la totale estraneità a ogni emozione. Naturalmente, Skylhope non aveva abitanti anziani, incapaci in così poco tempo di adattarsi ai ritmi ferrei e al nuovo stato di cose. I parametri per selezionare gli abitanti (così come John aveva sospettato) erano stati pochi e indispensabili. L'età media degli individui intorno a lui non superava i diciassette anni. Già in entrata, le Forze Internazionali dovevano aver stabilito due caratteristiche ben precise nei nuovi abitanti delle città-prototipo: il carattere remissivo e la totale assenza di curiosità. Menti malleabili, ma determinate in caso di necessità dal cuore instabile quanto il clima circostante: per questi, l'invito docile si rivelava un comando irresistibile. Così, le differenze tra gli individui erano state appianate e superate senza torture, né particolari ostacoli.
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