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venerdì 27 aprile 2018

Recensione "Ladri di anime" di Renato Colecchia



Titolo: Ladri di anime
Autore: Renato Colecchia
Editore: Kimerik
Pagine: 212
Anno: 2017







"Ladri di anime" di Renato Colecchia è un romanzo che mi ha subito incuriosito dalla copertina. Quando ho letto la trama ho capito che avrebbe trattato un tema molto importante, completamente attuale e assolutamente sottovalutato. 

Ciò su cui l'Autore vuole concentrare l'attenzione del lettore è il destino crudele che tante ragazze sono costrette a subire. Giovani e belle diventano schiave, perdono tutti i loro diritti, perdono la loro dignità e diventano vittime di un padrone, di uno sfruttatore che le usa a proprio piacimento con l'intento di far soldi, ma non solo.... Se, infatti, le schiave non rispettano le loro regole, se provano a scappare o semplicemente a resistergli subiranno violenze di ogni tipo dallo stesso sfruttatore. Il comportamento di questi esseri è assolutamente illecito e spregevole, ma in questo circolo vizioso ci sono anche i "clienti", miserabili che magari sono anche sposati o che hanno figlie della stessa età della prostituta, uomini assolutamente meschini!



E' su questi temi che è incentrata la storia di Angelino, detto "Gufo" per via del suo atteggiamento introverso. Cresciuto prima del tempo, a causa della morte del padre quando aveva solo otto anni, ha impegnato anima e corpo nella conduzione del piccolo podere insieme a sua madre. Tuttavia, quest'ultima era spesso costretta a letto per via dei suoi dolori articolari, dunque Angelino doveva occuparsi anche di lei. Nonostante fosse così piccolo il ragazzino andava sempre in paese a vendere il raccolto e le uova e si era fatto la sua clientela che con il passare degli anni aumentò e riuscì a soddisfare grazie all'aiuto del Presidente.
Il racconto ha inizio una sera, mentre Angelino sul suo furgone sta tornando a casa dai mercati generali. Quella sera pioveva a dirotto e quando si trovò a passare sotto il lampione e vide "quella ragazza" che cercava di ripararsi con il cappuccio del giubbottino e cercava di scaldarsi flettendo le ginocchia, non riuscì a non fermarsi per offrirle un riparo, solo un riparo...


"Ciao" disse salendo "Andiamo?" proseguì.
Angelino rimase attonito, reggendo l'ombrello che pensava di offrirle.
Lei chiuse la portella, e con una vocina dolce, dall'accento piacevole che distorceva il suono delle parole, lo invitò ad avviarsi.
Lui non riusciva nè a parlare, nè a proseguire.
Fu la ragazza ad intervenire con una sequela di parole imparate a memoria:
"Prendo cinquanta euro in auto e cento in camera. L'albergo è qui vicino... è tranquillo. Il costo della camera è a tuo carico. Non ci sono problemi, non vogliono documenti. Andiamo?"


Ed è a questo punto che inizia la strana storia tra un semplice ragazzo ingenuo e una prostituta che leggendo il libro scoprirete non essere stata lei stessa artefice del suo destino. Perchè la prostituzione oltre che essere una delle conseguenze della miseria o della stupidità di alcune ragazzine che si illudono di poter navigare nel lusso senza il minimo impegno, spesso è causata anche da semplici incontri sbagliati, dal riporre fiducia in persone che non hanno minimamente a cuore il tuo destino, ma solo il loro portafogli. 

Il tema trattato è sicuramente molto forte e crudo, ma è stato adeguatamente inserito all'interno di una trama interessante. L'unica cosa che non riesco a capire è come si può così da un giorno all'altro prendere delle decisioni importanti sulla propria vita sentimentale, non credo che in molti farebbero realmente quello che ha fatto Angelino supportato anche dalla madre, nonostante le preoccupazioni.



3 commenti:

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