Buongiorno lettori!
Oggi vi segnalo un romanzo rosa a sfondo omosessuale,
che
tratta in chiave spensierata e leggera le vicende della protagonista - Chloe –
e delle
sue tre inseparabili amiche.
"Che dio me la mandi bona"
Titolo: Che dio me la mandi bona
Autore: Valentina Lattanzio
Editore: Milena Edizioni
Pagine: 330
Anno: 2017
Trama
Prendete un mixer.
Immergeteci dentro un'ipocondriaca commessa di un sexy shop, la cui unica relazione sentimentale degna di nota che possa vantare da un anno è la convivenza coi suoi due adorati felini;
una disastrosa e caotica precaria nel lavoro - nonché nella vita in generale - estimatrice di alcool e sigarette, e con una storia d'amore scandita da litigi furiosi e attacchi d'ira funesta;
una tenerissima catechista-psicologa-insegnante di cucina per persone della terza età, con una passione sfrenata per la camomilla e le cinquantenni tenebrose;
infine, una scalmanata latin lover con tanto di cresta bionda e occhioni blu oltremare, la battuta sempre pronta e una lacrimosa scia di cuori infranti dietro ai suoi passi.
Caratteristica comune? Sono tutte irrimediabilmente, inguaribilmente e tragicomicamente attratte dal gentil sesso! Ora premete il bottone, e frullate energicamente il tutto. Fatto? E allora ecco pronto il vostro romanzo: la fusione di quattro forze della natura unite in un'amicizia che va al di sopra di ogni confine dove, fra tante risate e anche qualche lacrima, le nostre eroine troveranno inevitabilmente l'amore, o ci inciamperanno per sbaglio.
Ma l'amore con la A maiuscola esiste davvero? E soprattutto, l'amicizia sarà veramente in grado di resistere sopra ogni cosa?
Biografia Autrice
Valentina Lattanzio, nata e residente a
Roma, conserva l’accento del Friuli, regione che l’ha adottata da bambina. Con il cuore è a Napoli, suo paese
d’origine. Lavora nel campo dell’abbigliamento, ma dopo anni di stretto
contatto col pubblico sta pensando di aprirsi uno studio psicologico. O di
farcisi ricoverare.
Ama la kickboxing – anche se alla fine le
prende sempre – e i gatti, perché sono un po’ stronzi come lei.
Si definisce una persona tragicomica, ma
deve ancora capire se in lei prevale la parte tragica o quella comica.
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