Titolo: Vita di un perdigiorno
Autore: Joseph Freiherr von Eichendorff
Editore: NewtonCompton
Pagine: 100
Anno: 1995
"Vita di un perdigiorno" è uno dei tanti libricini che ho trovato nel bustone regalatomi da mio zio tempo fa, ma non mi decido mai a leggerli, probabilmente perchè esteticamente non mi attirano molto :D
Poi per il mese di Aprile abbiamo scelto tra le opzioni della #7ragazze1bookchallenge "un libro con la parola vita nel titolo" e guardando nella mia libreria ho scoperto tre libri che la riportavano. Alla fine, non so bene per quale motivo, ho deciso di leggere Vita di un perdigiorno.
La storiella che viene narrata è molto semplice: un giovane che veniva spesso rimproverato dal padre di essere un buono a nulla, un fannullone, decide un giorno di andarsene in giro il mondo. Prende il suo violino e inizia a girovagare fin quando conoscerà una bella signora che lo farà capitolare. A causa sua sarà protagonista di diverse altre avventure che alla fine si concluderanno in meglio con il matrimonio tra i due ragazzi che a quanto pare, a differenza di ciò che pensava il giovane, appartengono allo stesso status sociale.
❖
D'un tratto uscì di casa mio padre, alle prime luci del giorno s'era già dato da fare al mulino col berretto da notte sbilenco sul capo: "Ehi, fannullone!", mi disse, "eccoti qua di nuovo spaparanzato al sole a perdere tempo e lasci solo a me tutto il lavoro. Non posso più farti mangiare a sbafo. La primavera è alle porte, vattene una buona volta in giro per il mondo e guadagnati il pane per conto tuo".
"Ah, è così?", risposi, "se sono un buono a nulla, allora voglio andarmene in giro per il mondo e costruirmi da me la mia fortuna."
Il racconto non ha nulla di particolare, a mio parere, e raccontandovi come finisce non vi ho fatto neanche spoiler perchè il tutto non è sicuramente incentrato sulla trama. Inoltre, nonostante sia composto da solo un centinaio di pagine ho portato la lettura avanti a rilento, non trovavo nulla che mi entusiasmasse o emozionasse, è in poche parole una storia abbastanza piatta che non mi ha cambiato sicuramente la vita xD
Certo è che per comprenderlo o, meglio, per capire cosa si cela dietro ad esso, bisogna andare ad indagare sul periodo in cui viveva Eichendorff, sul suo modo di pensare, sulla sua visione della vita.
In breve, Eichendorff nutre una certa avversione per il suo tempo, rifiuta l'importanza che nella sua epoca riveste il lavoro produttivo e tutto questo lo riporta nella sua opera parlandoci di un perdigiorno, di un buono a nulla, di un personaggio semplice e spontaneo che passa il suo tempo a suonare il violino e a dormire.
Oltre a ciò, il suo racconto è basato sulla lode alla bellezza della natura, sul piacere di viaggiare, sul desiderio dell'avventura e sulla curiosità, tutte cose che contrastano ampiamente con la sicurezza e la stabilità della sua epoca.
Se voi l'avete letto e, a differenza mia, apprezzato, ditemi pure la vostra opinione :)
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