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venerdì 5 ottobre 2018

Recensione "Siamo solo piatti spaiati" di Alessandro Curti


Titolo: Siamo solo piatti spaiati
Autore: Alessandro Curti
Editore: CV1
Pagine: 250
Anno: 2018










Quando ho letto la trama di "Siamo solo piatti spaiati" ne sono stata subito incuriosita perchè ho visto che avrebbe trattato un argomento per me importante e sul quale avevo avuto un'esperienza diretta. Posso ora dire che è stata una lettura davvero piacevole, che mi ha fatto tornare con la mente a momenti che mi è capitato di vivere e che mi ha permesso di vedere le cose da una diversa prospettiva. Come vuol far capire questo libro: non si smette mai di imparare!

Nel prologo conosciamo Andrea, un ragazzo di 21 anni che sta per partire. Ha appena ricevuto una lettera che attendeva da cinque mesi ed ora sta per iniziare il suo viaggio diretto a Porto Valtravaglia, sul lago Maggiore. Non è un viaggio come gli altri perchè questa volta sarà solo e diretto verso una meta sconosciuta, senza nessuna preparazione. 


...Preparare un viaggio non significa soltanto preparare le valigie, scegliere i vestiti, non dimenticare gli oggetti personali.
Bisogna abituarsi al cambiamento, aprirsi al nuovo orizzonte, ricordare tutte le esperienze precedenti per rinnovarle nel nuovo viaggio.
Andrea si preparava ogni volta così: predisponendosi a ciò che di nuovo o di diverso avrebbe trovato, scegliendo un libro o una playlist che facesse da sfondo al viaggio, con la curiosità di incontrare altre persone, altri mondi...

Solo successivamente lo ritroveremo e scopriremo il suo ruolo di educatore all'interno di una comunità. Nel frattempo conosciamo, invece, Davide, un diciassettenne che si trova in un Centro di Prima Accoglienza in attesa della decisione del giudice. Davide continua a ripetere di non essere colpevole, di essere stato messo in mezzo dal suo amico, ma il giudice decide di farlo andare in comunità. Inizia così un viaggio agitato e nervoso verso un luogo a lui sconosciuto che lo fa sentire come tutti quegli uomini, donne e bambini stipati sul treno che si chiedevano dove li stessero portando...




In comunità verrà accolto da Andrea che gli spiegherà le regole da rispettare, ma soprattutto cercherà di fargli capire che lui è un educatore, a lui non interessa se è colpevole o innocente, lui non è lì per giudicarlo, ma per educarlo, per aiutarlo a crescere fin quando sarà lontano dalla sua famiglia. Non ci sarà solo Andrea a rivestire questo ruolo, ma anche Cristina, Alberto e Michela. Davide inizierà, quindi, a catalogarli e a studiarli per capire se può fidarsi di loro. Andrea gli starà subito simpatico, ma sarà una lotta di amore e odio che lo porterà a porsi molte domande, a capire quando sta sbagliando, a prendere iniziative, a mettere da parte l'orgoglio.

Davide sentirà la mancanza di casa e dei suoi genitori, cose che non avrebbe mai pensato potessero succedere. Si renderà conto di aver trattato sua madre costantemente come una donna di servizio, lei, infatti, ha sempre fatto tutto per lui e noterà anche la debolezza del rapporto con suo padre che comunque sembra essere più interessato al lavoro che a lui. Comprenderà col tempo quanto è stato fortunato conoscendo le storie degli altri ragazzi che si trovano lì con lui arrivando a vergognarsi della propria vita.

..."Io ci trovo della poesia. I piatti sono come noi ragazzi: tutti diversi, qualcuno più scheggiato di altri, alcuni colorati e altri anonimi. In fondo ci rispecchino molto, ma la visione d'insieme è particolare, irripetibile. Riescono tutti a stare nella stessa tavola, come noi riusciamo a convivere nonostante le nostre differenze."
Fino ad oggi non me n'ero mai accorto, non avevo dato importanza a tutti questi piatti e bicchieri nei quali consumiamo i nostri pasti.
Ma forse ha ragione Reza.
Siamo solo piatti spaiati...

"Siamo solo piatti spaiati" è una storia davvero bella, perfetta per gli adolescenti, ma anche per gli adulti, che mette in evidenza le nostre paure, i nostri errori, il nostro preoccuparci continuo per cose inutili. E' un racconto che si focalizza sul cambiamento di un ragazzo che riesce ad attuarlo grazie all'aiuto di una persona competente, che si dimostra sempre disponibile, che ripone fiducia in un ragazzo che non conosce; una persona che comprende subito che quel ragazzo, se aiutato, potrà maturare, sarà capace di prendersi le proprie responsabilità, diventando adulto in tutti i sensi.

Personalmente, ho amato sia il personaggio di Andrea sia quello di Davide, ma non solo. Anche se degli altri ragazzi presenti in comunità si parla di sfuggita e se le loro problematiche non sono approfondite, vengono comunque accennate le storie di alcuni ed è una cosa che ho apprezzato molto, perchè è anche grazie a queste che Davide riuscirà a crescere. 
Per concludere, "Siamo solo piatti spaiati", un libro in cui traspare l'esperienza di lavoro ventennale dell'Autore in tale ambito, è una storia che si legge velocemente. Nonostante le tematiche importanti la lettura è semplice e anche simpatica, molti adolescenti, infatti, potranno rispecchiarsi benissimo nel personaggio di Davide.





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