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giovedì 23 agosto 2018

Recensione "L'emulatore" di Johana Gustawsson


Titolo: L'emulatore
Autore: Johana Gustawsson
Editore: La Corte
Pagine: 349
Anno: 2018











Grazie ad un giveaway organizzato dalla casa editrice La Corte, ho avuto la possibilità di leggere "L'emulatore", secondo libro dell'autrice Johana Gustawsson.

E' stato proprio grazie a questo libro che ho ripreso il mio ritmo di lettura che si era un pò assopito dopo le vacanze estive. Già dal primo capitolo, che successivamente verrà ripreso, ho capito che mi sarebbe piaciuto.
Si parte, infatti, a storia già inoltrata per poi continuare ripartendo dall'inizio degli eventi.
Vi riporto un pezzo tratto dalla prima pagina da cui si può subito intuire qualcosa riguardo alla storia narrata:


"Lobi a modo mio
Intingete i lobi in due tuorli sbattuti.
Usate del pangrattato per l'impanatura.
Soffriggete il tutto con del burro erborinato.
Servite accompagnando il piatto con del purè all'olio di oliva.
Lobi-a-modo-mio".


Siamo in Svezia e nella foresta di Falkenberg viene ritrovato il cadavere di una donna morta per strangolamento. Dal corpo però sono stati tagliati pezzi di carne all'altezza dei seni, della vita e delle cosce per cui si pensa che il killer sia Richard Hemfield. Quest'ultimo dieci anni prima si divertiva a uccidere e mutilare le sue vittime fin quando riuscirono ad arrestarlo, non prima però di aver ucciso un poliziotto, il compagno di Alexis Castells. Hemfield è però chiuso all'interno di un ospedale psichiatrico da allora.



Alcuni giorni dopo a Londra viene rapita una giovane donna e il ritrovamento delle sue scarpe con dei calzini all'interno di una bustina di plastica conduce anch'esso a Richard Hemfield.

Allo stesso tempo l'Autrice si sposta nella Londra del 1888, a Whitechapel, dove si era trasferita Freda, una ragazza di 18 anni che aveva lasciato la Svezia in cerca di una vita migliore. In quel periodo iniziarono ad esserci una serie di omicidi sconvolgenti da parte di colui che poi divenne famoso col nome di Jack lo Squartatore.


Il Ripper si divertiva, rideva alla faccia della polizia, della regina, dei giornalisti; si prendeva gioco dell'impotenza degli inquirenti e dell'angoscia del popolo. I giornali avevano pubblicato quella terribile lettera e sua Signoria si era indignata davanti alle parole piene di errori di ortografia. Jack lo Squartatore raccontava di aver fritto e mangiato un pezzo di rene di una delle sue vittime.


Nonostante all'inizio sembrino essere due storie diverse, quella ambientata nei nostri giorni e quella del 1888, mano a mano che si prosegue nella lettura si ritrovano tutti i collegamenti perfettamente costruiti. Quest'alternanza tra i diversi luoghi e tempi rende la lettura sempre più coinvolgente e spinge il lettore ad andare avanti perchè si vuole comprendere chi è e dove si trova il colpevole. Ho avuto dubbi fino alla fine e ad un certo punto sono rimasta completamente spiazzata.

Ci sono molti personaggi che andranno ad intrecciarsi per via dei casi da seguire, quindi inizialmente si potrebbe fare un pò di confusione, cosa che non succederà sicuramente a chi ha già letto Block 46, primo libro dell'Autrice, perchè in "L'emulatore" ritroviamo appunto molti personaggi già citati.
Io purtroppo non lo sapevo... Non ho trovato comunque nessuna difficoltà nel collocarli, si tratta sempre di un'altra storia e sono tutti ben caratterizzati, ma conoscendomi mi sarebbe piaciuto leggere anche il  suo primo libro :D

Nonostante questo piccolo appunto, che non è altro che un consiglio per voi lettori, posso dire di aver scoperto una nuova interessante autrice di thriller che sicuramente terrò  d'occhio!




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