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lunedì 13 novembre 2017

Recensione "Autonomous" di Annalee Newitz

Titolo: Autonomous
Autore: Annalee Newitz
Editore: Fanucci Editore
Pagine: 432
Anno: 2017


Trama


Terra, 2144. Judith ‘Jack’ Chen è una vera e propria scienziata-pirata: la sua base operativa è un sottomarino, la sua missione piratare costosi farmaci e produrne delle alternative a basso costo, accessibili a tutti. Una sorta di Robin Hood in un mondo dominato dalle case farmaceutiche. Eppure, qualcosa è andato storto con la sua ultima partita di Zacuity: coloro che ne hanno fatto uso, sono andati incontro a effetti collaterali imprevisti, ridotti a veri e propri automi costretti ad azioni meccaniche e ripetitive che conducono la mente alla follia. Jack sa che se il farmaco da lei messo a punto si diffondesse, l’umanità intera ne sarebbe minacciata. Sulle tracce della scienziata, una coppia alquanto improbabile al soldo delle case farmaceutiche: Eliasz, un tormentato agente sotto copertura, e il suo fedele partner Paladin, un robot. Sarà nella frenetica ricerca di informazioni sul misterioso e potente farmaco di Jack che Eliasz e Paladin riusciranno a stabilire un legame inaspettato, oltre i confini tracciati dalle loro nature così diverse.



Un’avventura visionaria, intensa, che esplora i temi della libertà e del libero arbitrio in una società frenetica e frammentata, in cui la differenza tra umanità e intelligenza artificiale è ormai sempre più labile.

Recensione



Ciò che mi ha attratto di questo romanzo è stata sicuramente la frase stampata in copertina: 

E' possibile vivere liberi in una società che controlla anche la mente?

E' una domanda sulla quale si potrebbe aprire un lungo dibattito direi, ma focalizziamoci sul libro, che ho avuto modo di leggere grazie alla Fanucci che ringrazio.


Autonomous è il romanzo d'esordio della scrittrice, editor e giornalista americana Annalee Newitz. Devo dire che non mi aspettavo assolutamente un libro così complesso, ma qualcosa di molto più semplice, infatti ho impiegato più tempo del necessario a leggerlo perchè sono presenti molti termini tecnici o meglio i discorsi sono impostati su argomenti di cui non sono molto a conoscenza essendo  cose che non suscitano in me particolare interesse. 

Nonostante questo, la storia mi è piaciuta perchè ti permette di entrare in un possibile mondo futuro in cui umani e robot convivono, lavorano insieme e addirittura si innamorano. La considero, dunque, una storia interessante e assolutamente originale, ma non appassionante, non è sicuramente il mio genere preferito. Potrebbe invece essere molto stimolante per coloro che si intendono di ingegneria genetica, biologia e simili.

Il primo personaggio che conosciamo è quello di Judith Chen, meglio conosciuta come "Jack", che si trova nell'Artico sul suo sottomarino. Il suo "lavoro" consiste nel piratare farmaci costosi producendone delle copie a basso costo da distribuire gratuitamente a tutte quelle persone che sono impossibilitate a procurarsele per via dei prezzi. Adesso però sembra esserci un problema con l'ultimo farmaco sul quale ha effettuato l'ingegneria inversa, lo Zacuity, il cui scopo è quello di aumentare la produttività di coloro che lo assumono. La cosa sta degenerando perchè diverse persone che l'hanno assunto sono morte. Ma la colpa di questi effetti collaterali è davvero di Jack o sono provocati dagli stessi principi attivi del farmaco?

Sulle tracce di Jack ci saranno Eliasz, un umano, e il suo bot-partner, Paladin, mandati dall'ufficio federale della Coalizione internazionale. Il rapporto che nasce e si sviluppa tra di loro è probabilmente ciò che mi ha attratta maggiormente e probabilmente avrei preferito un approfondimento di questa parte della storia.


E' una trama complessa, difficile da spiegare in poche parole. Le informazioni, i contenuti, sono davvero tanti, forse troppi vista la complessità del libro.
 Ciò che viene da chiedersi ad un certo punto è: saranno punite le azioni della famosa Zaxy o tutte le colpe ricadranno su Jack? 
Ebbene il finale mi ha spiazzato e non posso dilungarmi per non spoilerare nulla.


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