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sabato 11 maggio 2019

Recensione "Il guardiano della collina dei ciliegi" di Franco Faggiani



Titolo: Il guardiano della collina dei ciliegi
Autore: Franco Faggiani
Editore: Fazi
Pagine: 230
Anno: 2019









Se state cercando un libro che vi trasporti in un mondo fatto di pace e tranquillità e che vi trasmetta calma e serenità, "Il guardiano della collina dei ciliegi" è quello che fa per voi! 
Ringrazio la fazi editore per avermi proposto la lettura di quest'opera che ho letto in un periodo molto frenetico e forse proprio per questo l'ho apprezzata maggiormente. Ogni volta che sprofondavo tra le sue pagine, infatti, riuscivo a staccarmi da tutto e tutti e a rilassarmi. Questo non era dovuto solo ai luoghi descritti al suo interno, ma soprattutto allo stile di scrittura dell'Autore che potrei definire pacato, distensivo e molto profondo.


"Il guardiano della collina dei ciliegi", ispirato a una storia vera, riprende le vicende di Shizo Kanakuri, un giovane giapponese nato nel 1891 a Tamana, un piccolo villaggio fatto di fragili casupole e campi trascurati. I mestieri praticati all'epoca erano principalmente due, o facevi il pescatore o il soldato, ma Shizo, per sua fortuna, godeva di molti privilegi ed ebbe un'educazione privata passando gran parte della sua adolescenza da solo. Non ci fu mai nessun rapporto neanche con i suoi genitori, la madre sembrava vivere in un mondo tutto suo, mentre il padre era severo, di poche parole, dettava regole senza nessun affetto, e nessun gesto benevolo. Ciò che rendeva veramente felice Shizo, dunque, era correre...




... A volte, per poterlo fare, ingannavo anche mio padre disobbedendo alle sue imposizioni sullo studio. Gli raccontavo della mia attrazione per i kami, le divinità del nostro culto shintoista, che l'imperatore aveva trasformato in religione di Stato, vietando il buddhismo. Nella mia famiglia paterna lo shintoismo veniva praticato da secoli, anche prima degli obblighi imperiali...

La corsa lo faceva sentire libero, leggero e in sintonia con la natura; correva lungo il fiume, tra i boschi, sulle montagne e si cibava di frutti, bacche, funghi, muschi, licheni, radici... Senza volerlo, tutto questo lo portò al giorno in cui l'imperatore, per rafforzare i rapporti con l'occidente, lo inviò a Stoccolma per partecipare ai Giochi Olimpici del 1912.


... "Mi hanno detto", continuò l'imperatore, "che la sua falcata ormai assomiglia a quella di una cicogna quando sta per spiccare il volo, che i suoi piedi sussurrano all'erba e che le sue braccia si alternano come gli stantuffi di una locomotiva che viaggia veloce".
Era una descrizione molto poetica del mio modo di correre, pensai, ma non c'era nulla di cui meravigliarsi: mi era noto che il cuore, la mente e la mano dell'uomo al comando dell'Impero erano anche capaci di scrivere poemi, oltre che leggi riformatrici...

Non mi addentrerò oltre nella storia per non togliervi il piacere di scoprire cosa succederà a questo ragazzo che improvvisamente si ritrova addosso tutto il peso del Giappone. Io non conoscevo affatto questa vicenda e sono stata molto felice di scoprirla grazie alla lettura di questo libro che ho trovato molto scorrevole e sicuramente piacevole.
Ciò che ho maggiormente amato sono state senza dubbio le descrizioni, la capacità dell'Autore di portarti in un altro mondo, di farti immergere in una natura incontaminata, in un oasi di pace, colori e armonia.



Qui sotto trovate un brano che ho scelto da "Il guardiano della collina dei ciliegi
interpretato da Stefano Crudele




1 commento:

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