Titolo: Dakar
La prima indagine del commissario Luschi
Autore: Maurizio Castellani
Pagine: 166
Anno: 2018
Non molto tempo fa, grazie all'autore, avevo avuto l'opportunità di leggere "Vendemmia rosso sangue" che mi era piaciuto molto, per cui quando Maurizio Castellani mi ha chiesto se avessi voluto leggere "Dakar", primo libro di una nuova serie dedicata al commissario Luschi, ho accettato molto volentieri.
Il protagonista, Vittorio Luschi, è un commissario in pensione di Firenze che però decide di trasferirsi in Senegal a Dakar per poter vivere al meglio con la sua misera pensione. L'idea gli era stata trasmessa da Amadou, commissario di Dakar che aveva conosciuto durante un summit sul problema dell'immigrazione organizzato a Firenze. I due avevano stretto subito amicizia e Amadou riuscì a infondergli tutto il suo amore per il Senegal.
..."Luvi, pensa che quando andrai in pensione, con quello che prenderai mensilmente, qui in Italia sopravvivrai stando attento costantemente alle spese quotidiane, mentre in Senegal potresti fare la vita del nababbo... sole, mare e tanta tanta fantasia."
Si erano abbracciati e lasciati con la promessa di sentirsi qualche volta via Skype.
E invece quel qualche volta si era trasformato in ogni sabato mattina...
Arrivato a Dakar, Vittorio incontra il suo amico e la sua famiglia con la quale si sente subito a proprio agio e passa così i primi sei mesi a visitare la città e la regione, ma con il passare del tempo il suo lavoro inizia a mancargli per cui decide di inventarsi un caso da risolvere dove il guardiano notturno del condominio in cui era andato ad abitare era stato trovato morto.
...Così iniziò la sua prima indagine in territorio senegalese.
Dunque vediamo... al piano primo vi sono due appartamenti: in quello posto a est vive una coppia di tedeschi di circa sessantacinque anni; la targa sulla porta riporta il cognome Meyer; mentre in quello a ovest un senegalese del Kaasamaas dall'età indefinibile, suonatore instancabile di violoncello...
Ben presto però iniziarono ad esserci dei veri e propri omicidi ...
Leggendo questo romanzo ho avuto riconferme sullo stile dell'Autore che apprezzo molto. E' ironico quanto basta per rendere un libro piacevole e coinvolgente, inoltre la scrittura è molto scorrevole per cui il libro si legge in un attimo. Avevo qualche titubanza sull'ambientazione che non è tra le mie preferite, ma grazie alle descrizioni accurate ho conosciuto nuovi posti a me del tutto ignoti che hanno il loro fascino e che io, non so bene per quale motivo, ho sempre tenuto in poco conto.
Non l'ho detto fino ad ora, ma credo si sia capito che si tratta di un giallo. Il caso è ben costruito, di solito io faccio fatica ad indovinare chi sia il colpevole, devo dire però che stavolta qualcosa (ma giusto qualcosa) avevo intuito e la cosa non mi è dispiaciuta :D
Ora però devo necessariamente riportarvi una piccola parte del libro che ho adorato per farvi capire cos'è che mi piace di più dell'Autore:
..."Dai, non stare sulla porta; entra e raccontami com'è andata. Sei riuscito a trovarla?"
"Sì e no, dottore".
"Cosa vuol dire sì e no, o è sì o è no. A volta faccio degli sforzi enormi, per capirti! Forza, racconta!"
"Allora, sono andato a Sangalkam; lì ho mio cugino che fa il prefetto e che a sua volta conosce il sindaco, il quale ha un nipote che lavora proprio all'anagrafe".
"E allora?"
"Il nipote però di pomeriggio fa un altro lavoro, e quindi siamo andati tutti e tre a casa della madre .... Dopo circa un'oretta, consumata la bevanda, la madre ci ha accompagnato sul posto di lavoro del figlio, che però, proprio in quel momento, era andato a fare una consegna".
"Scusa ma non potevate chiamarlo al cellulare?"
"Sì! Era l'idea che era venuta al sindaco, ma quella mattina al ragazzo avevano rubato il cellulare; ovviamente questa informazione ce l'ha data successivamente la madre, e quindi risultava irraggiungibile. Comunque, il titolare dell'azienda sapeva da quale cliente si era recato, quindi l'ha chiamato chiedendogli se poteva farlo venire subito al magazzino perchè il prefetto, il sindaco, la madre e io lo stavamo aspettando"...
Monto interessante.
RispondiEliminaMolto simpatico :D
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