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sabato 14 luglio 2018

Recensione "Cronache di piccoli miracoli" di Darcie Chan



Titolo: Cronache di piccoli miracoli
Autore: Darcie Chan
Editore: Nord
Pagine: 359
Anno: 2013











Era da parecchio che questo libro attendeva nella mia libreria, ero rimasta incuriosita dalla copertina quando lo presi e non lessi neanche la trama. Nella mia tbr estiva me lo sono quasi imposta e finalmente posso parlarvene. 

E' un romanzo di facile lettura che ho letto in pochi giorni, è una storia che ti avvolge e ti costringe ad arrivare velocemente alla fine perchè hai voglia di scoprire cosa ha fatto la protagonista del racconto.
In realtà, inizialmente non mi stava prendendo molto, la stavo reputando una storia carina, ma non ci stavo trovando nulla di accattivante. Dopo i primi capitoli mi sono dovuta ricredere e alla fine è stato bellissimo e molto commovente.



La storia inizia con Mary McAllister, la nostra protagonista, che sta per suicidarsi perchè ormai è allo stadio finale del suo tumore e prima che il dolore diventi insopportabile decide di prendere un bel pò di pillole e andarsene in serena solitudine.

Ma chi è Mary?


"Mary, porteresti fuori il baio?" urlò Hayes, mentre slacciava la sella 
e la toglieva dal dorso del cavallo scuro. 
"Mary è mia figlia", spiegò. 
"E' molto timida, ma ci sa fare coi cavalli. 
Con alcuni di loro è persino più brava di me. 
Quel baio nella scuderia, per esempio, con lei è un agnellino".

Ci viene raccontata tutta la sua storia a partire da quando era una semplice ragazza che viveva da sola con il padre e i suoi amati cavalli fin quando non arrivò al maneggio Patrick McAllister, colui che un giorno avrebbe preso le redini del famoso marmificio McAllister. Affascinata da quel giovane che si era messo in testa di sposarla ad ogni costo, Mary cercò di superare uno dei suoi problemi più grandi, la timidezza. Ma la sua non era una semplice timidezza, Mary non riusciva a stare in mezzo alla gente, aveva crisi di ansia e attacchi di panico. Tanti anni prima, infatti, c'era stato un episodio nella sua vita che l'aveva terrorizzata a tal punto da provocarle continue sofferenze. 
Il cortese e paziente ragazzo che aveva conosciuto inizialmente si rivelò poi per quel che era realmente e la vita di Mary non fu per niente facile. Fortuna che trovò conforto nel nonno di Patrick, l'unica persona della famiglia che la aiutò in tutti i modi possibili, affidandola anche nelle mani di Padre O'Brien.


"Ah, bei tempi, quelli! Com'ero giovane!" esclamò una voce alle sue spalle.
Mary si voltò di scatto.
Un uomo alto, coi capelli bianchi e con gli stessi occhi verdi di Patrick, 
era sulla soglia della stanza e la fissava.
A Mary parve di essere diventata una statua.
"Non era mia intenzione spaventarti, mia cara", disse l'uomo.
"Sono Conor McAllister, il nonno di Patrick. E tu devi essere Mary Hayes."


Il testo è caratterizzato dall'alternanza tra passato e presente, cosa che io amo, che ci fa scoprire non solo ciò che la protagonista ha subito e affrontato in passato, ma anche tanti altri personaggi interessanti che nel presente vivono a Mill River, la piccola cittadina che Mary ammira dalla finestra della sua grande casa di marmo. Lei conosce tutti grazie anche a Michael O'Brien che sarà l'unico invece a conoscere ogni suo segreto, giù in paese nessuno conosce lei, tutti la reputano una specie di strega che vive reclusa in cima alla collina. 

Tutto avviene come in una favola, è questa la cosa più bella di questa storia, gli insegnamenti che se ne possono trarre. Quello che spicca sopra tutti è sicuramente l'incitazione ad aiutare sempre il nostro prossimo, anche se pensiamo che non se lo meriti, perchè la bontà è ciò che ci unisce tutti. 

Vi avviso, io alla fine ho pianto come una fontana :D






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