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giovedì 25 gennaio 2018

Recensione "Electric Dreams" di Philip K. Dick

Titolo: Electric Dreams
Autore: Philip K. Dick
Editore: Fanucci Editore
Pagine: 161
Anno: 2018


Trama


Cupe, profetiche ed estremamente potenti, le storie di questa antologia mettono in luce un maestro al lavoro, dotato di sconfinata immaginazione e di una capacità non comune di comprendere ed esplorare la condizione umana. All’interno i dieci racconti sui quali si basa la serie televisiva Philip K. Dick’s Electric Dreams di Amazon Prime Video: Il fabbricante di cappucci, Il pianeta impossibile, Il pendolare, Vendete e moltiplicatevi, Un pezzo da museo, Umano è, L’impiccato, Autofac, Foster, sei morto e La cosa-padre. La serie, prodotta e ideata da tre nomi cult del mondo del cinema e della televisione – Bryan Cranston, protagonista di Breaking Bad, Ronald D. Moore, produttore di Battlestar Galactica e Outlander, e Michael Dinner, produttore di Grey’s Anatomy –, rende omaggio a uno dei più importanti autori di fantascienza al mondo, capace di segnare l’immaginario collettivo di intere generazioni.

Recensione


Grazie alla Fanucci Editore ho potuto finalmente leggere un libro del tanto discusso Philip K. Dick. Era da un pò che volevo conoscere qualche sua opera ed "Electric Dreams" con i suoi dieci racconti l'ho visto come un'ottima opportunità.

Sono stata attratta da questo libro anche dal fatto che proprio questi racconti hanno ispirato una serie tv andata in onda su Amazon Prime Video dal 12 gennaio 2018 e avendo Amazon Prime ero molto curiosa di guardare la serie dopo aver letto il libro.

Proprio per questo motivo ogni racconto è preceduto dall'introduzione dei loro produttori.
Ognuno ha scelto una storia e sulla base di questa ha costruito un episodio della serie, ma, come ho potuto notare dopo aver visto il primo episodio, si sono solo ispirati ai racconti di Philip K. Dick, cosa che non avevo capito inizialmente, per cui ci sono rimasta un pò male. Per quanto mi riguarda, odio le serie tv che non riproducono fedelmente le storie originali. Mi sono, dunque, fermata dopo il primo episodio e non credo che continuerò.



I dieci racconti contenuti in Electric Dreams sono: Il fabbricante di cappucci (1955), Il pianeta impossibile (1953), Il pendolare (1953), Vendete e moltiplicatevi (1954), Un pezzo da museo (1954),  Umano è (1955), L'impiccato (1953), Autofac (1955), Foster sei morto (1955) e La cosa-padre (1954).

Come avrete capito sono una novellina in questo campo e non conosco le opere maggiori di Dick, ma ho subito capito l'importanza delle sue storie, i temi trattati sono assolutamente attuali perchè si parla di mondi futuri, di universi popolati da robot, ma i problemi e le paure affrontate sono quelle che assillano anche noi ai giorni nostri. 

Ad esempio nel primo racconto, "Il fabbricante di cappucci", si vive in una società in cui tutte le menti vengono sondate, nessuno è più in grado di mantenere segreti i propri pensieri e questo perchè il governo ha dichiarato che una persona innocente non ha nulla da nascondere anzi è felice di dimostrare la sua lealtà oppure ne "Il pianeta impossibile" vediamo due uomini che vogliono arricchirsi a discapito di una persona anziana, ma il mio racconto preferito è stato senza ombra di dubbio "Vendete e moltiplicatevi". Quest'ultimo l'ho trovato divertentissimo, ma allo stesso tempo talmente vero da far paura: un uomo è stanco di fare il pendolare, ogni giorno deve fare un viaggio di due ore da casa al lavoro e viceversa, ma soprattutto non sopporta tutte le pubblicità che lo assalgono durante il tragitto. La cosa diventerà insostenibile quando a casa sua si presenterà un antrad, un robot che vende se stesso e che non gli darà più pace.

Se non conoscete questo autore, vi consiglio di provare a leggere questa antologia di racconti per avvicinarvi al suo stile e al suo mondo e capire così se anche voi potrete entrare a far parte dei fans di Philip K. Dick.



3 commenti:

  1. Mi ispira molto, lo aggiungo alla mia lista.

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    1. Si è interessante soprattutto è un modo per conoscere l'autore secondo me!

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  2. Certo che definirsi "i libri sono la mia vita" e poi scrivere "un po'" con l'accento invece che con l'apostrofo...

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