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lunedì 19 marzo 2018

Recensione "Kitchen" di Banana Yoshimoto



Titolo: Kitchen
Autore: Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
Pagine: 148
Anno: 2014




Era da un pò che volevo avvicinarmi alla letteratura giapponese o perlomeno volevo provare a leggere qualcosa e avendo sentito sempre parlare bene di Banana Yoshimoto ho provato con il suo primo libro: Kitchen.

Il romanzo è suddiviso in tre parti, le prime due, Kitchen e Plenilunio, fanno parte dello stesso racconto, ci sono gli stessi personaggi e sono uno la continuazione dell'altro, mentre il terzo, Moonlight Shadow, è un racconto a sè ed è stato la tesi di laurea dell'autrice che le ha fatto vincere il premio di facoltà dell'Università del Giappone.


Nei primi due racconti la protagonista è Mikage Sakurai, una ragazza che ama la cucina più di ogni altro posto al mondo e che si rende conto di essere rimasta sola, sola con la cucina. Mikage ha perso i genitori quando era ancora piccola e da allora ha vissuto con i suoi nonni poi, quando è morto anche il nonno, sono rimaste solo lei e la nonna.
Adesso che è morta anche la nonna Mikage è completamente sola e l'unico posto dove riesce a dormire è raggomitolata ai piedi del frigo, ma si rende conto che quell'appartamento per lei è troppo grande e che dovrebbe cercarne uno nuovo. 
Un pomeriggio però succede un miracolo: Yuichi Tanabe suona al campanello della sua porta e la invita a trasferirsi a casa sua. Mikage confusa accetta per il momento di andare a cena da lui, conosce anche Eriko, la madre che in realtà è il padre di Yuichi e sentendosi serena sotto quel tetto decide di restare a dormire sul divano che si trova accanto alla cucina.

Quel suo atteggiamento nè troppo caloroso nè freddo era proprio quel che ci voleva in quel momento per commuovermi. Mi aveva toccato qualcosa dentro e sentivo avvicinarsi le lacrime. In quel momento sentì il rumore della porta che si apriva e una donna di una bellezza incredibile entrò di corsa, un pò ansimante.

🍝

Ho trovato questa storia molto bella e profonda, l'Autrice ha uno stile particolare nel raccontare ciò che succede non solo nello svolgimento della storia, ma soprattutto all'interno dei protagonisti. Leggendo la breve trama che ho riportato sembrerebbe un racconto simile a tanti altri, ma ciò che lo differenzia è proprio il modo in cui vengono narrati certi avvenimenti. Inoltre, la Yoshimoto affronta tantissimi temi importanti, come la solitudine, che si può carpire fin dalle prime pagine.

Dormii raggomitolata nella coperta come Linus, col ronzio del frigorifero che mi proteggeva da pensieri di solitudine. Così la notte se ne andò abbastanza tranquillamente, e venne il mattino. Volevo solo dormire alla luce delle stelle. Volevo svegliarmi nella luce del mattino. A parte questo, tutto il resto mi era completamente indifferente.

Mikage riesce a calmare questo senso di solitudine grazie all'arrivo improvviso di Yuichi, un ragazzo a lei quasi sconosciuto, che la farà entrare nella sua vita, le farà conoscere sua madre Eriko e le racconterà la sua storia. Qui entra in scena un altro importante tema ovvero quello della transessualità che viene affrontato molto serenamente. 

Tra Mikage e Yuichi comunque si instaura subito un bellissimo rapporto, ma spesso neanche loro riusciranno a definirlo, ci vorrà del tempo, dovranno affrontare diversi travagli prima di riuscire a comprendere ciò che realmente vogliono.

Il tutto ruota intorno alla cucina, Mikage fa della cucina il suo punto di forza, la sua spinta ad andare avanti, ma la cucina per lei rappresenta anche la famiglia e si trova subito a suo agio in casa Tanabe dove preparerà delle succulente pietanze per tutti. 


Per quanto riguarda Moonlight Shadow, non l'ho apprezzato a pieno (questo infatti ha inciso sul mio voto finale di 3 stelline al libro). Qui l'Autrice narra la storia di un amore perso troppo presto a causa di un incidente, si sofferma quindi sul tema della morte, sul legame tra passato, presente e futuro e sulla capacità e la forza del cambiamento. 
Dato che è un tema che di solito a me piace parecchio, penso di averlo letto nel momento sbagliato. Infatti, per quanto ho potuto capire, i libri della Yoshimoto andrebbero letti in determinati momenti, altrimenti non possono essere apprezzati totalmente.


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